C’è un grande audio di Roy K. intitolato “Sponsorizzazione e Sobrietà del Gruppo”(se sei nuovo del Programma, Roy K. fu il fondatore della nostra Fratellanza). In questa condivisione Roy K parla dello scopo più alto della sponsorizzazione. Non si tratta di continuare a fare tornare le persone al Programma, e neppure di mantenerle sobrie, perché solo un Potere Superiore può farlo. Secondo Roy, il più alto scopo per la sponsorizzazione non è neanche di lavorare i Passi, anche se ne è parte integrante. Dice piuttosto che lo scopo più alto della sponsorizzazione è introdurre altre persone alla vera Connessione e portarle ad uno stile di vita dove lo sponsorizzato può fare esperienza di questa vera Connessione.
Aver trovato la vera Connessione è come sono diventato sobrio quattordici mesi fa. Questo dopo otto anni nel Programma senza sobrietà. Quando entrai in SA, otto anni fa, pianificavo di andare ad una riunione alla settimana. Avevo bisogno solo di quello per raggiungere la sobrietà.
Poi ho sentito parlare sempre più dei Passi. E dopo averli letti, ero ancora più determinato a non farli. I miei risentimenti e le mie paure non avevano nulla a che fare col mio uso di Internet o la masturbazione.
Ancora peggio dei Passi, vidi alcune persone nel Programma che ne facevano uno stile di vita. Questi erano molto radicali nel lasciare che i Dodici Passi diventassero una parte della loro vita quotidiana. Io ero determinato a non fare altrettanto. E quindi rimasi nel problema per gli otto anni successivi.
Ricordo la prima volta che ricevetti una chiamata da uno di questi che aveva preso profondamente sul serio il Programma come parte importante della sua vita. Oggi è il mio sponsor e fu il primo membro ad avermi mai chiamato. Quando vidi il suo numero, pensai: “perché diavolo sta chiamando?”
Risposi al telefono e con mia sorpresa non si mise a parlare sull’agire o ricadute. Mi chiamava solo per per salutarmi e chiedermi come stesse andando. Mi incoraggiò poi a chiamare altri.
Anche se alla fine mi sentii più a mio agio nel chiamare i compagni, spesi gli otto anni successivi a ricadere. Avevo solo una o due settimane di sobrietà, peraltro di qualità abbastanza scarsa. Avevo lavorato alcuni Passi con diversi sponsor, senza mai andare avanti. Pensavo fosse perché si trasferivano altrove, o che fossero dei pessimi sponsor.
Uno dei miei precedenti aveva pure completamente dimenticato che mi stesse sponsorizzando. Quando poi lui ricadde, chiesi al mio Potere Superiore di guidarmi verso un nuovo sponsor. È così che iniziai a lavorare il Programma col mio sponsor attuale.
Ma la vera ragione per cui non facevo progressi nei Passi era perché non mi assumevo la responsabiltà del Programma e del lavorarlo. Alla fine presi i Passi sul serio e ora li sto lavorando. Quello che mi diede la volontà di lavorarli fu fare l’esperienza della vera Connessione. E ringrazio il mio Potere Superiore per questo.
Negli ultimi otto anni sono passato attraverso diverse circostanze difficili. Non sto ad elencarle, perché alla fine non hanno avuto nulla a che fare col mio agire. Agisco perché sono un dipendente e, anche se quelle terribili cose non fossero successe, sarei stato comunque un sessodipendente e avrei agito.
Non ho alcun controllo sulla lussuria, così molti anni fa mi sbarazzai del mio pc portatile. Dopo averlo fatto, se avessi voluto ancora agire online, sarei dovuto andare al negozio e comprarne uno nuovo. Ho acquistato probabilmente 15 o 20 portatili, perché ero disperato dal voler agire. Ora che sono sobrio, ho capito che stavo cercando di trovare su Internet la vera Connessione che avrebbe ridotto la mia ansia e dolore.
Quest’anno ho fatto ammenda al negozio di elettronica per tutti i portatili che ho comprato e che restituivo dopo che mi sentivo uno stupido quando ricadevo.
Nel periodo della mia ultima ricaduta, nel 2023, un fratello sobrio mi fece due domande importanti:
“Chi ti ama nel Programma?” e “Sei disposto a trasmettere ciò che ti è stato dato ad un’altra persona?”
Per rispondere alla prima domanda, io non ero sicuro che qualcuno nel Programma mi amasse.
E riguardo alla seconda, beh, non puoi trasmettere qualcosa che non hai ottenuto, così io non stavo passando niente perché non ero sobrio.
Ma fu allora che feci l’esperienza di cosa significhi essere amato nel Programma. Può essere diverso per ciascuno di noi. Per me fu quando questa persona mi chiamò quando sapeva che non stavo andando bene. Era disponibile a rispondere quando lo chiamavo e se non poteva, mi richiamava lui. Mi ha sempre richiamato. Ogni singola volta. Era disposto ad ascoltare la mia stupidità e a condividere la sua “esperienza, forza e speranza” (SA, 201). Non ha fatto niente di molto complicato, ma lo ha fatto con continuità.
Mi sentivo abbastanza senza speranza l’anno scorso e alcune volte volevo uccidermi. L’approccio dei Dodici Passi non è una terapia e SA non è un “telefono amico”. Condivido questo per comunicare una parte del mio modo di pensare. E per spiegare perché è stato così importante per me fare l’esperienza della cura con continuità che quest’uomo mi da a me e ad altri nel Programma
Quando chiamavo ed ero in difficoltà, lui mi incoraggiava a chiamare qualcun altro nel Programma e chiedere come stesse andando, specialmente qualcuno di nuovo.
Questa persona non era il mio sponsor. È splendido avere uno sponsor e averci una connessione. Ho trovato anche che c’è molto da imparare da altri fratelli sobri nel Programma, oltre al mio sponsor.
Il capitolo del Grande Libro “L’incubo del Dottor Bob”, parla del lavorare con gli altri (AA, 180-181). Il Dot. Bob elenca i motivi per cui lavora con altri: 1) per un senso del dovere, 2) perché gli fa piacere, 3) per restituire quello che gli era stato donato e 4) come un’assicurazione contro le ricadute per la sua stessa sobrietà.
Anche se oggi sponsorizzo qualcuno e gli voglio molto bene, non volevo aspettare di avere uno sponsorizzato per esprimere cura e interesse ad altri nel Programma. Anche senza uno sponsorizzato, posso trasmettere ad altri quello che mi è stato dato. E così ho capito cosa sentiva il Dott. Bob lavorando con gli altri.
È assolutamente vero che ogni volta che io faccio qualcosa per portare il messaggio ad altri e prendermi cura per loro, è una piccola assicurazione contro una ricaduta. Il Dr. Bob usava la parola “S” (scivolare), ma io non sono mai scivolato: ho avuto solo grandi ricadute. Quindi penso sempre e solo in termini di ricaduta. Per me ciascuna polizza di assicurazione è valida al massimo 24 ore. Finora, ho fatto circa 425 polizze assicurative.
Recentemente, mi sono ritrovato con una valutazione annuale negativa nel luogo dove lavoro, delle difficoltà finanziare e cercavo un nuovo posto dove trasferirmi.
In passato, ognuna di queste era un’ottima scusa per agire. Tutte insieme, sono troppo per me da gestire.
Ma allora affrontavo tutto questo, lavoravo i Passi e praticavo l’amore e la cura degli altri nel Programma.
Una settimana dopo la valutazione negativa sul lavoro, ricevetti un messaggio da un fratello che diceva di avere raggiunto la sua prima settimana di vera sobrietà nella sua vita. Che cosa straordinaria. Ho potuto condividere la gioia di questa cosa non perché fossi il suo sponsor, ma perché ero un compagno di cammino nel Programma che si interessava per lui. E poi a mia volta, ho potuto anche io condividere col mio sponsor la notizia di questa persona e della sua prima settimana di sobrietà nella vita da adulto. E così anche il mio sponsor ha condiviso questa gioia perché abbiamo una vera Connessione.
Tuttavia essere un amico per altri e coltivare la vera Connessione richiede molto di più che non celebrare cose buone. Significa chiamare questo stesso compagno quando è giù. E quando risponde al telefono piangendo, e non ho nulla di intelligente o confortante da dire, rimango semplicemente con lui al telefono ad ascoltare le sue lacrime (e quando avevo io da piangere, altri hanno fatto la stessa cosa per me).
Desidero più momenti di questo tipo, sia le celebrazioni che i momenti quando c’è profonda tristezza e non ho altro da offrire che un ascolto silenzioso. Quando sono disposto a seguire i principi contenuti nel Grande Libro, allora posso avere un’esperienza spirituale con altre persone.
Uno degli audio che preferisco è di un membro del New Jersey, sobrio dal 2010. Ha avuto un’esperienza simile alla mia, di essere stato a lungo nel Programma e non esser diventato sobrio. Addirittura alcuni “vecchi” non volevano parlarci perché era in una confusione tremenda. Ma alla fine trovò la vera Connessione. E nella sua condivisione, ha parlato di due cose sul lavorare con gli altri che ho sempre ricordato:
La prima, parlando della Quinta Tradizione che dice “ogni gruppo non ha che un solo scopo primario: portare il messaggio al sessodipendente che soffre ancora”. Lo speaker non dice di bussare alle porte dei vicini e chiedere: “salve, qui c’è un sessodipendente che è ancora malato?”. Alle riunioni ci sono già abbastanza persone che soffrono. Perciò, se voglio portare il messaggio del Programma e aiutare qualcuno, posso iniziare con questi alle riunioni a cui già vado.
L’altra cosa che aveva sottolineato è che portare il messaggio sarà un lavoro diverso per ciascuno di noi. La nostra “esperienza, forza e speranza” non sarà identica. La cosa più importante che disse è: “che tu sia una persona da amore “duro” o da amore “tenero”, fa comunque che il tuo amore sia più importante della tua durezza”.
Ad oggi posso dire che ciò che mi tiene sobrio è, prima di tutto, lavorare i Passi. E secondo, conoscere le risposte a queste due domande: “Chi nel Programma mi ama?” e “Sono disposto a trasmettere quello che ho ricevuto ad un’altra persona?”
John H., California, USA