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Sono un uomo di 50 anni, polacco, sobrio dal 2011. Sono entrato nella Fratellanza nel 2007. Il mio primo periodo significativo di sobrietà è stato di 2 anni e mezzo a partire dall’aprile 2008. Poi sono finito in un ospedale psichiatrico per una diagnosi di depressione grave. Lì ho perso la mia sobrietà, ma mi sono subito rivolto alla Fratellanza e trovato uno sponsor. Ho allora ricominciato il Programma da zero. Da allora sono sobrio.
Prima di entrare in SA ero ignaro di quanto fosse insidiosa la mia malattia. Non sapevo nemmeno di avere una malattia. È iniziata con attacchi di lussuria quando avevo 4 o 5 anni, non so come altro chiamarli. Erano piacevolmente intensi ma anche totalmente travolgenti, e ancora non so da dove venissero. Non ero esposto a materiale esplicito o linguaggio inappropriato. Non ho mai agito durante queste “parentesi” fino all’età di 13 anni. A quel punto, ho sperimentato quella che ora chiamo “lussuria non diretta”, perché non era realmente collegata a pensieri, immagini, fantasie o ricordi. I miei primi ricordi di “lussuria diretta” erano più passivi (fantasticare di essere desiderato sessualmente). È stato allora che ho sessualizzato il funerale di mio nonno, al quale non partecipai nemmeno. Ma quando agii fisicamente a 13 anni, rimasi agganciato immediatamente a qualunque cosa su cui potessi “dirigere” la mia lussuria.
Iniziai ad agire sessualmente con me stesso quotidianamente e presto cominciai a cercare attivamente immagini di nudo e articoli sul sesso. Questo includeva anche libri di carattere scientifico che sicuramente non erano destinati a innescare nessuno. Tuttavia, mi innescavano immediatamente e totalmente. La mia prima esperienza sessuale è stata con uno studente del mio stesso sesso a 17 anni. Lo conoscevo dai tempi della scuola elementare quando, già a quell’età, stimolava la mia lussuria. Ora mi sembra strano, perché non mi sono mai considerato omosessuale e la maggior parte delle volte che successivamente agii fu con donne.
Quando compii 18 anni e ricevetti dei soldi per il mio compleanno, li spesi immediatamente per fare sesso con una prostituta. Ricordo che non vedevo l’ora di diventare maggiorenne per poter comprare materiale pornografico e sesso legalmente. Una volta raggiunta la maggiore età, spesi tutti i miei soldi, sia quelli ricevuti in regalo sia quelli che mi servivano per vivere, in servizi sessuali e porno. La prima volta che ho avuto accesso a un film pornografico, lo guardai fino all’alba per poi la mattina dopo riuscire a malapena ad andare a scuola.
Persi rapidamente interesse per ciò che è considerato sesso normale o accettabile. Passai a materiale sempre più perverso. Iniziai persino a fare con le prostitute, in cambio di denaro, ciò che vedevo. Le scene diventavano sempre più degradanti. All’epoca mi sembrava piacevole, ma anche opprimente. Nonostante l’apparente piacere, iniziai a provare vergogna e a sentirmi in colpa per tutto il tempo e il denaro che ci spendevo oltre a quello che facevo. In quel periodo, avevo iniziato a frequentare delle ragazze, per degli appuntamenti normali. Non avevo abbastanza coraggio per esprimere adeguatamente i miei sentimenti per loro. Ma più usavo la pornografia o compravo sesso, più mi sembrava di avere il coraggio di flirtare e sedurre le donne.
Il livello di lussuria e la frequenza dell’agire aumentarono col tempo. Con l’arrivo di una connessione Internet veloce, ebbi a disposizione tutto ciò che mi veniva in mente, in qualsiasi momento e in qualsiasi quantità. Nonostante ciò, non ne avevo mai abbastanza. L’incontro con mia moglie e il matrimonio a 30 anni non cambiarono le cose. Promisi a me stesso che non l’avrei tradita, che avrei limitato le mie attività di lussuria solo via Internet e che avrei smesso di comprare sesso e di dedicarmi a queste perversioni. Ma nessuna promessa o fermo proposito ha mai funzionato. La lussuria e la ricerca di attività sessuali erano indispensabili per me, qualcosa su cui potevo fare affidamento quando il mondo reale sembrava insopportabile. Era diventata la mia unica fonte di sollievo, ma mi aveva anche reso sempre più teso, timoroso e pieno di vergogna, cosa che ho capito solo molto più tardi nella sobrietà.
Nel 2005 iniziai a dedicare ancora più tempo alla lussuria e ad agire. A un certo punto mi spaventai talmente per quello che guardavo (e per quanto tempo) che pensai di essere posseduto da un demone. Entrai pure in una chiesa, anche se non sono mai stato uno che le frequentava.
Nel 2007, durante la preparazione per un importante esame professionale, capii finalmente di essere dipendente. Passavo più tempo a guardare la pornografia che a studiare. Nel 2008 la situazione peggiorò a tal punto che non avevo tempo per lavorare, dormire e nemmeno per mangiare correttamente. Praticamente agivo di continuo, tutto il tempo. Ora vedo che la storia degli ultimi giorni di bevute di Bill W. e del dottor Bob riflettesse molto la mia situazione. Avendo conosciuto con la mia professione la prognosi infausta dei tossicodipendenti, capii che ero finito e cercai Sexaholics Anonymous.
Fortunatamente trovai il sito web di SA, trovai alcune riunioni e dove si tenessero e iniziai a parteciparvi. Quando non andavo alle riunioni riuscivo a rimanere sobrio al massimo solo per una settimana, ma se continuavo ad andarci, rimanevo sobrio per tre settimane. L’agire aveva smesso di produrre effetti desiderabili e mi sentivo profondamente degradato. Ora volevo davvero smettere, ma non ci riuscivo. A questo punto chiesi a qualcuno di sponsorizzarmi e iniziai a lavorare i Passi. Dopo aver lavorato il Primo Passo per la prima volta, miracolosamente smisi di agire. Questo successe di nuovo quando resettai la mia sobrietà nel 2011, mentre ero in ospedale.
Quando non avevo la Fratellanza o il Programma (e soprattutto gli effetti del Primo Passo), ero impotente nei confronti della lussuria e dovevo agire. Quando completai il Primo Passo e mantenni contatti regolari con nuovi venuti, ero impotente come prima, ma non ero più obbligato ad agire. Lo chiamo il mio “piccolo ma rivoluzionario cambiamento di consapevolezza”. In SA ho scoperto quelle che sono poi diventate le basi della mia sobrietà e del mio recupero: le riunioni, il servizio, la sponsorizzazione, il lavoro del Programma e la letteratura. Poiché sono così testardo, faccio tutte queste cose regolarmente, che in qualche modo mi mantengono sobrio. Questo ha salvato la mia vita, insieme a dell’aiuto esterno, rendendola meno miserabile e persino piacevole.
Wiktor P., Varsavia, Polonia