Quando ero entrato da poco nella Fratellanza, avevo sentito questa frase che mi aveva fatto ridere: “Sono un narcisista che si disprezza”. Pensavo sì che fosse una frase divertente, ma volevo anche piangere per quanto fosse vera per me. Sono un sessodipendente e mi sono pienamente guadagnato un posto nelle stanze di SA. Ho una malattia progressiva, incurabile e mortale – una vera malattia dell’anima. Per un incomprensibile miracolo, il Programma mi ha aiutato a trovare la mia strada verso un Potere Superiore che mi ha riportato alla ragione. Certo, tutto quello che ho è una tregua quotidiana dipendente dalla mia condizione spirituale, ma per me rimane un assoluto miracolo. L’altra parte della mia storia è che sono anche un vulcano di rabbia. Il mio disprezzo per me mi ha portato su una strada mortale di rabbia furibonda con in più qualche tentativo di suicidio.
Quattro anni fa, ci fu un episodio che mi aveva lasciato sconcertato. Un mio grosso problema è un fortissimo senso di inferiorità nei confronti dei miei cognati. Uno dei fratelli di mia moglie era venuto a farci visita e gli portò un ebook reader. Lei adorava il reader che gli avevo regalato, ma adesso il gesto di suo fratello lo rendeva obsoleto. Temendo una reazione violenta da parte mia, era nervosa se accettarlo o meno. Quando fummo da soli, gli dissi che il regalo era un bel pensiero. Alla sua domanda se non fossi infastidito, risposi con una voce sincera e calma “Perché dovrei esserlo? Sarebbe così immaturo”.
Tutti e due fummo sbalorditi per l’incredulità! Ero mica posseduto? Il mio vecchio atteggiamento sarebbe stato quello di distruggere il regalo con un martello se lei lo avesse accettato. Eppure, entrambi stupiti, sembrava che fossi trasformato. Mi vennero in mente le promesse del decimo passo: “reagiamo in maniera sana, normale e constatiamo che la cosa accade automaticamente […] senza sforzo e senza pensarci sopra. Sarà la cosa più naturale. È il miracolo della nostra vita” (AA, pag. 84)
Ho capito che questo è un miracolo, ma quando è successo? Un’attenta riflessione mi ha riportato al Quarto Passo. L’ultima volta che lo lavorai, una luce brillò nella mia anima e il mio Potere Superiore sfondò il muro del mio ego e mi raggiunse. Credo che quella fu la prima volta che Lui mi permise di affacciarmi ad un’inconfutabile realtà intrappolata nel mio essere. Al centro della mia persona, della mia anima, si stava combattendo una guerra civile.
Ho già sentito descrizioni simili di questo conflitto interiore, come l’allegoria dei due cani dentro una persona che si combattono e vince quello che viene nutrito. Nel mio caso, questo combattimento è su una scala ben maggiore e con un esito più sinistro.
Ci sono due eserciti che combattono per il dominio su di me: Vergogna e Orgoglio. L’esercito della Vergogna lancia senza sosta un fuoco di sbarramento di missili distruttivi chiamati giudizio, perfezionismo, isolamento e paura. Al culmine delle battaglie, l’esercito dell’Orgoglio risponde con l’arsenale della giustificazione, razionalizzazione, rabbia e risentimento. Nella terra di nessuno di questo conflitto, c’è un ragazzino indifeso: io. L’abuso che bombarda il mio bambino interiore porta ad estremi emotivi che vanno dalla più profonda depressione ad un’incontrollabile ira, con tutto quello che c’è in mezzo. Il dolore è così insopportabile che l’unico rifugio è il mio anestetico preferito: la lussuria.
Quando faccio in modo accurato e senza paura i miei inventari, il mio Potere Superiore mi rivela la natura di questa guerra civile interiore. Quando faccio l’azione di guardare alla mia vergogna e all’orgoglio alla luce dei miei risentimenti, comincio a vedere come il mio conflitto stia guidando la mia lussuria e rabbia.
Un esempio: recentemente ho rotto uno specchietto retrovisore mentre parcheggiavo in retromarcia la mia auto.
Sfortunatamente, mi è già successo altre quattro volte. Quando mia moglie me l’ha fatto notare, sono esploso e gli ho risposto in maniera scortese e sarcastica. Poco tempo dopo, fui stupito che mia moglie fosse scossa, perché non ricordavo più la mia reazione. Quando me la fece ricordare, capii che fu un’opportunità per fare un inventario di quel momento.
Verso chi provo risentimento? Mia moglie. Cosa è successo? Mi guardava dall’alto in basso e reagiva eccessivamente quando ero scortese con lei. Fu allora che capii che l’avevo giudicata in troppe occasioni. Quando lo vedo, lo devo cambiare!
Cosa questo ha influenzato in me? La mia guerra interiore era riesplosa! Immediatamente, la fazione dell’Orgoglio tuonò “Ma chi pensa di essere? Io guido meglio di lei! Gli ho insegnato io a guidare!!!”. Nello stesso momento, l’esercito della Vergogna si è unito a quello della Paura e hanno contrattaccato con “Ha ragione lei! Non sei capace di guidare e forse sei il più incapace di tutti! Quante persone pensi che rompano così tanti specchi?”
Quale è stato il mio ruolo? Beh, per iniziare, ho rotto lo specchietto! È così strano che lei sia delusa e frustrata per la spesa imprevista per ripararlo (e fidatevi, con tutta la tecnologia che c’è dentro, non è costato poco!)?
Qual è la manifestazione dell’ossessione per me stesso? Paura! Sono spaventato che mi dica di non partecipare alla convention di SA per risparmiare i soldi per la riparazione. Non avrò ciò che voglio e non sarà fatta la mia volontà.
Devo fare delle ammende? Certamente! Immediatamente gli ho fatto sapere che avevo torto nell’essere sarcastico e presumere che fosse giudicante. Lei mi ha risposto cortesemente “va bene, andiamo avanti”.
Verso chi provo risentimento? ia moglie
Cosa è successo? Ha reagito eccessivamente, Mi ha giudicato
Cosa ha toccato in me?La mia autostima, progetti futuri
Quale era la mia parte? Ho rotto lo specchietto!
Quali miei difetti di carattere si sono attivati? (I 4 cardinali sono Egoismo, Disonestà, Risentimento, Paura) Paura Egoismo
Devo fare ammende? Sì
Tutte le volte che lavoro in questo modo, il mio Potere Superiore mi permette di mettere da parte le cose che mi bloccano da Lui, dagli altri e da me stesso. Attraverso un autentico miracolo, il ragazzino che è dentro di me viene salvato dal campo di battaglia dell’ossessione per se stessi e portato al salvo in una posizione di neutralità. Posso vedere e confrontarmi coi miei errori con umiltà e amore per me stesso senza scivolare verso “timore, rimorso o torbide riflessioni” (AA, pag. 86).
Anche se non posso capire (e non ne avrei neppure bisogno) come operi questo miracolo, il mio Potere Superiore mi può riportare alla ragione. Ventiquattro secondi alla volta, comincio a capire come questo sia un programma di azione e come lavorando i Passi sia ben differente che non solo partecipare alle riunioni.
Dio, solo per questo giorno, concedimi la serenità di accettare che sono un essere umano perfettamente imperfetto e amabile, non migliore o peggiore degli altri. Permettimi di concedere la grazia agli altri e a me e di intraprendere le azioni d’amore invece che di alimentare l’ossessione per me stesso.
Amjed B, Texas, Stati Uniti