Il capitolo del Libro Bianco intitolato “Lussuria – la forza che sta dietro la dipendenza”, è, secondo me, una magnifica introduzione di cosa stia alla base della lussuria. In quel capitolo Roy definisce la lussuria come “un atteggiamento che pretende che un istinto naturale sia asservito a desideri innaturali” (SA 41). Questa è stata certamente la mia esperienza.
Durante gli anni delle scuole superiori, scoprii la masturbazione e la pornografia. Non riesco a ricordare quale arrivò per prima, ma sicuramente una seguì poco tempo dopo l’altra. Guardare quelle immagini certamente procurava eccitazione. E il sesso con me stesso certamente procurava piacere. Per qualcuno, forse, tornare occasionalmente a quelle esperienza può funzionare. Tuttavia io ne divenni immediatamente dipendente. Dovevo vivere l’esperienza della lussuria più e più volte, sempre di più. Le mie esperienze con la masturbazione, pornografia, negozi per adulti, film vietati ai minori, locali di striptease etc… erano “un’ossessivo isolamento nel sesso e in noi stessi”. Proprio come Roy scrisse in quel capitolo, la mia lussuria era un atteggiamento che pretendeva che questo nuovo istinto naturale appena scoperto, fosse asservito a desideri innaturali.
Avevo bisogno della lussuria perché ero solitario, impaurito, insicuro etc… Era l’atteggiamento verso la stessa lussuria che mi stava controllando. Mi sentivo in diritto di quei momenti privati, io con la mia lussuria. Il problema era che questo stava uccidendo il mio spirito. Ero in seminario, alle scuole superiori, mentre stavo iniziando il mio percorso di studi per diventare un prete (che, per la cronaca, non avvenne). La mia religione mi insegnava che i miei comportamenti erano sbagliati. Ma questo lo sapevo già fin nelle mie viscere. Come facevo a saperlo? Perché ogni volta che agivo i miei atteggiamenti e fantasie lussuriose, me ne vergognavo tremendamente.
Finii per vivere una sorta di doppia vita. Nella mia cosiddetta vita reale ero nel consiglio studentesco, lavoravo nel giornale scolastico, coinvolto nelle attività sportive, prendevo buoni voti etc… Ma nel mio mondo privato ero uno che divorava immagini di ciò che Roy chiama “foto di donne” una dietro l’altra, come fossero cose mie da prendere. Guardo indietro ora e rabbrividisco alla mancanza di rispetto che ho avuto verso quegli esseri umani. Ma all’epoca, ero così perduto dentro di me e nella lussuria che la mia morale e i miei valori finivano ai margini così potessi continuare a saziarmi con l’unica cosa che mi stava distruggendo: la lussuria.
Il momento peggiore per me arrivò dopo che terminai l’università e iniziai il mio primo lavoro a tempo pieno. All’epoca mi stavo frequentando con una giovane donna con la quale sono ora sposato da 40 anni. Nonostante questo, mi “coinvolsi” con una collega di lavoro. Dopo avere avuto con questa donna alcuni momenti di sesso, il senso di colpa e la vergogna furono schiaccianti. Ma la lussuria era di gran lunga più forte. Nonostante cercassi di smettere – per così dire, in verità smisi, ma. per esser preciso, nonostante cercassi di smettere – semplicemente non riuscivo. Alla fine riuscii ad allontanarmi da questa collega per un paio di mesi, per poi ritornarci. Prima che facessimo qualunque cosa questa volta, mi disse dritto negli occhi “Mi ami ancora?”. In quel preciso istante, l’oscurità mi assalì come mai prima. Non avevo mai amato quella persona nel vero senso della parola, ma certamente provavo dell’affetto. Da quel momento, sapevo già che stavo lasciando quel lavoro e parte della motivazione era per uscire da quella “relazione”. Sapevo che se le avessi detto la verità, la mia lussuria non sarebbe stata soddisfatta. Quindi le mentii spudoratamente.
Nella mia tradizione religiosa, c’è qualcosa chiamato “peccato mortale”. Sapevo prima ancora che facessimo sesso quella notte che quella menzogna, guidata dalla lussuria, era un peccato mortale e avevo completamente perso me stesso. Se non sapevo quale fosse la definizione da manuale, di certo sapevo quale fosse per me. E il capitolo di Roy lo descrive molto bene.
Scrivere questo articolo per ESSAY è stato abbastanza doloroso. È difficile ricordare cosa fossi e cosa potrei tornare ad essere se smettessi di lavorare questo programma. Ma sono incredibilmente grato al mio Potere Superiore e ai molti di voi che mi hanno aiutato a rimanere sobrio. Sono stato tentato negli anni? Sì. Mi è capitato di voltarmi a guardare una rivista o una persona reale più a lungo di quanto avrei dovuto? Sì. Ma attraverso la grazia di Dio e con tutto il vostro aiuto, sono stato capace di arrendere questi momenti molto, molto velocemente per rimanerne libero e non permettere che l’oscurità scendesse nuovamente su di me. Grazie alla grazia di Dio, ai Passi e alla fratellanza di Sexaholics Anonymous per oltre 40 anni, sono stato in grado di stare nella luce, lontano da quei bui giorni della lussuria.
Mike C., Chicago USA