How God Gave Me New Memories Here

Come Dio mi ha donato nuovi ricordi qui

Sono di nuovo qui. Mi è mancata questa città. È passato poco meno di un decennio dall’ultima volta che sono stata qui. Respiro l’aria della costa. L’abbraccio rinfrescante del mare è di fronte a me e gli imponenti skyline e le montagne sono alle spalle.

Ma i vecchi ricordi tornano presto a galla. Respiro profondamente e li affido al mio Potere Superiore. Questo contatto consapevole con il mio Potere Superiore è incredibilmente vivificante. Il mio Io più giovane non avrebbe mai immaginato che la mia vita sarebbe diventata così, né che mi sarei sentita come mi sento ora. Ma è vero: sono davvero grata di non vivere più in quel modo, di non essere più quella donna, di non fare più quelle scelte. E un senso di gratitudine nasce lentamente dentro di me.

La mia prima volta in questa città è stata troppo bella per essere vera: mi è capitata l’occasione di stare per due settimane con la mia amica e la famiglia di sua zia. Tra il caos e la frenesia dell’itinerario di viaggio del nostro ospite, eravamo libere di esplorare autonomamente la vita notturna della città. A differenza del nostro Paese, ora eravamo libere di fare quello che volevamo.

Siamo andate in posti in cui non saremmo mai potute andare e abbiamo fatto cose che non avremmo mai potuto fare. Abbiamo persino visitato un negozio per comprare “souvenir” da usare per agire con i partner, dato che tali negozi sono vietati nel nostro Paese e quando sono tornata a casa, ero determinata a vivere la vita al massimo.

Non sapevo che avessi fatto un contratto con una cosa chiamata lussuria, una malattia dello spirito molto pericolosa che stava per impadronirsi della mia vita. È entrata così in profondità nel mio cuore che sono diventata tutt’una con la lussuria; la mia identità, il mio essere, il mio rapporto con gli altri, con il mondo e con la realtà sono stati tutti sporcati e imputriditi dalla lussuria.

La lussuria era diventata un Re. L’adoravo ma, a poco a poco, l’altare del piacere diventava l’altare del sacrificio, e avevo iniziato a sacrificare la mia sicurezza, i miei confini, la mia dignità e la mia volontà. Più e più volte sono stata abbattuta e colpita su questo altare, sacrificando tutto alla lussuria, fino a quando, giunta così in basso da non riuscire quasi a stare in piedi, mi sono arresa a un Potere molto più grande della lussuria e sono stata ricondotta alla sanità mentale.

Ho abbracciato pienamente il Signore della mia tradizione di fede. Questa volta avevo disperatamente bisogno che Lui fosse più amorevole, più accettativo, più compassionevole e più gentile del Signore che avevo imparato a conoscere da bambina. Ho implorato, supplicato, pianto e mi sono arresa più e più volte. Ad ogni nuovo passo di resa Egli mi ha mostrato che può davvero fare ciò che io non posso fare. In realtà, per tutto questo tempo Egli è stato molto più generoso e misericordioso con me di quanto non avessi mai compreso prima. Con delicatezza, mi ha guidato sempre più lontano dalle fonti di lussuria. Il mio viaggio è iniziato con la preghiera regolare, poi è arrivato il digiuno. Nel corso del tempo, mi sono vestita in modo più modesto e ho cambiato il mio modo di interagire con gli uomini, gli sguardi, le parole, il tatto. Anche le mie intenzioni sono cambiate, il che ha contribuito a mantenere le interazioni dignitose.

Ho smesso di guardare materiale inappropriato, ho buttato via la mia scorta di “souvenir” e ho bloccato tutti i modi in cui gli ex partner con cui agivo potevano raggiungermi. Lungo il percorso, ho ripreso la definizione di SA in termini di sobrietà, che segue in modo così naturale l’eliminazione progressiva della lussuria.

Miracolosamente e per la prima volta in assoluto, rimasi sobria per più di un mese. Dio stava davvero facendo per me ciò che non potevo fare da sola. Avevo una nuova prospettiva di vita. Presto fui chiamata a prestare servizio in una ONG locale. Nei mesi successivi, il servizio con questa ONG mi ha dato l’opportunità di rappresentarla come relatore a una conferenza internazionale. Quando ho saputo dove si sarebbe svolta la conferenza ho riso: Dio ha sicuramente il senso dell’umorismo. È stato bello scherzare un po’ con Lui.

E così, il mio ritorno in questa città è un’esperienza completamente diversa. Questa volta è per restituire, per dare speranza, per ispirare. Dio può fare un mondo di differenza se solo lo si cerca. Dopo la conferenza, sono rimasta qualche giorno in più. Ho rivisitato i luoghi in cui avevamo fatto esperienze più salutari insieme; ho esplorato anche posti nuovi. Una sera c’è stato un piccolo carnevale in una delle isole vicine e ho potuto assaggiare il mio primo gelato allo zenzero (è buonissimo, ve lo assicuro!). Questi nuovi ricordi sono più sereni, più sani di quelli vecchi, non credete?

Ho lasciato la città sobria, per grazia di Dio.

Ann R., Kuala Lumpur, Malaysia

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