
Sono molto fortunato ad avere un terapeuta esperto, un uomo della mia stessa età, che ha anche personalmente lavorato i 12 Passi per affrontare i suoi problemi di dipendenza; sostiene pienamente i programmi dei 12 Passi. Ho trovato questo tipo di aiuto professionale esterno un complemento molto positivo al mio percorso di recupero in SA.
Non molto tempo fa, mentre lavoravamo insieme sulle mie difficoltà con l’accettazione, il risentimento e la rabbia repressa, mi ha chiesto di fare un elenco di tutte le perdite che avevo subito nel corso della mia vita. Includeva di tutto: dalla perdita di animali domestici, alla perdita di case a causa dei continui traslochi, al divorzio dei miei genitori, alla fine di un matrimonio, alla morte di tutti i miei nonni, di un genitore, di amici intimi, di molti ex compagni di scuola, colleghi, e perfino dell’inesorabile passare della mia giovinezza.
Quest’ultimo anno in SA è stato molto duro per me in termini di perdite all’interno della nostra stessa fratellanza. Ho perso il mio primo sponsor, Luc D., a causa di un tragico incidente—ed era ancora così, così giovane. È grazie a lui se il nostro piccolo gruppo locale ha avviato un incontro in inglese qui a Barcellona, così come l’attuale riunione Zoom del mercoledì, EDIBDI Barcelona Speaker Meeting. Luc, come molti sapranno, ha continuato a servire SA anche come redattore di questa stessa rivista, viaggiando internazionalmente per tenere workshop SA e facendo da sponsor a moltissimi altri come me. Dava il suo tempo con generosità e senza riserve, sedendosi con me per ore su una panchina del parco per guidarmi per la prima volta attraverso i 12 Passi di SA. Mi manca moltissimo.
Ho perso anche il mio secondo sponsor quest’ultimo anno, questa volta a causa di un cancro che lui—e tutti noi—sapevamo avrebbe finito per togliergli la vita. David M. era un membro sobrio di SA da lungo tempo (35 anni) e, per me, un esempio straordinario di altruismo, servizio, pace, serenità e accettazione. “Ecco, Daniel, che fai di nuovo tutto girare intorno a te!” e “Quali sono le quattro [cinque in italiano, ndr] parole peggiori che puoi dirti? ‘Ce la faccio da solo!’” Incredibilmente, ha continuato a chiamarmi quasi ogni giorno per sapere come stavo fino a circa due settimane prima della sua morte. Anche lui mi manca moltissimo.
Allora, come faccio a gestire tutto questo e a mantenere sia la sobrietà emotiva che quella fisica durante il mio recupero? Come l’ho affrontato finora?
Per me, la risposta sta nei primi tre Passi: lasciare andare, iniziare a credere, e poi trovare un Potere Superiore, di qualche tipo. Anche se tendo verso l’agnosticismo sullo spettro religioso tradizionale, il mio concetto di Potere Superiore include l’idea che ci debba essere qualcosa di più, nell’esistenza, di questo mondo materiale, molto imperfetto, in cui viviamo ora. Non ho idea di cosa possa essere, ma credo che ci sia, e che sia in attesa. Forse sulla mia lapide dovrebbe esserci scritto: “Partito per la prossima avventura!”
Questo mi rende molto più facile entrare nel contesto dell’accettazione della perdita. Come dice a pagina 418 del Grande Libro: “L’accettazione è la risposta a tutti i miei problemi di oggi.”
David M., nei suoi ultimi giorni, è stato per me un esempio luminoso di come questa forma di resa completa e di “accettazione” dovrebbe funzionare—e lui stava affrontando la prova definitiva. Per quella lezione di vita straordinaria, gli sarò eternamente grato.
Infine, portare queste cose alla luce con altri fratelli e sorelle in SA è stato fondamentale. Lo scorso ottobre, una sorella egiziana di SA ha condiviso durante un incontro su Zoom sul tema del lutto e della perdita. Dopo, nel “parcheggio virtuale” dopo l’incontro, si è verificato uno di quei magici incontri tra anime, in cui abbiamo preso turno nel condividere le perdite che tutti noi avevamo vissuto, sia recentemente che nel corso della nostra vita. Abbiamo parlato di persone amate. Abbiamo parlato di animali domestici a cui eravamo affezionati. Abbiamo parlato di abusi. Abbiamo parlato dei nostri fratelli e sorelle di SA che ci hanno lasciato. Anche se per me è stato un momento carico di lacrime, è stato anche bellissimo, catartico e purificatore.
Allora, come faccio a gestire tutto questo e a mantenere sia la sobrietà emotiva che quella fisica durante il mio recupero? Come l’ho affrontato finora?
Daniel J., Barcellona, Spagna