Becoming a Family

Diventare una famiglia

Diverse forze ci hanno spinto a partecipare al primo Workshop di SA in India ad Ashirvad, a Bangalore, in India. Tra queste forze c’erano la bancarotta spirituale a minacciare la vita, il fallimento assoluto della moderazione e dell’autocontrollo e una serie di eventi casuali, eppure fortunati, nel mezzo di una disperata ricerca.

Eravamo in 34, di età, sesso, estrazioni sociali, lingue e luoghi diversi. Ma ancor più diversi erano i nostri stadi di resa e di recupero, tra cui volontà vacillanti, ricadute croniche, resistenza alla resa dovuta alla paura e la dolorosa lotta con la definizione di sobrietà di SA. Per quanto diversi fossimo, il nostro desiderio di smettere di cadere preda della lussuria invece ci univa.

Siamo venuti come estranei a questo workshop, anche se alcuni hanno avuto in precedenza dei brevi contatti online. Con le nostre profonde paure di essere giudicati, di rompere l’anonimato e della demoralizzante malattia della lussuria, avevamo però prudenti speranze di essere, o diventare, liberi. Ma ce ne siamo andati come una famiglia, con sorrisi affettuosi, speranza rinnovata e cuori più leggeri.

Il workshop di tre giorni si è rivelato incredibilmente sobrio (il gioco di parole è voluto). Mentre lottavo con una serie di crisi di 15 giorni, i 15 anni di sobrietà dello speaker sembravano 15 vite. Naturalmente mi aspettavo un santo miracoloso, ma con mia grande sorpresa e gioia era un essere umano, sessodipendente e pieno di difetti proprio come tutti noi. Né l’accento né le differenze culturali hanno costituito una barriera. Ci ha fatto sentire così a casa che abbiamo dimenticato che fosse uno straniero nuovamente in visita in India dopo 30 anni. Un’ulteriore testimonianza è il fatto di come due donne si siano sentite a proprio agio in mezzo a noi, tutti uomini e sessodipendenti fuori di testa.

Rompendo il ghiaccio con una condivisione ultra-onesta il primo giorno, lo speaker ci ha guidato con la vulnerabilità. Con delicatezza, siamo stati condotti alla resa del Passo Zero e poi a una rigorosa onestà, ma libera dalla vergogna. Sono seguiti due giorni di lavoro intenso sui Passi, che è però sembrato più un gioco grazie alle attività di gruppo, alla creazione di poster creativi e all’umorismo. I sorprendenti esercizi con le cordicelle, sviluppati dal defunto Dave T, sono stati trasmessi e si sono rivelati un modo unico per visualizzare i Passi in modo creativo. Le condivisioni, il lavoro sui Passi, le preghiere, gli esercizi con le cordicelle e i lavori di gruppo sono stati accuratamente progettati e messi a punto.

Quale migliore testimonianza dell’efficacia di questa esperienza se non dei Passi Quattro e Cinque profondamente catartici? Le ore sono volate in una riflessione solitaria e silenziosa, mentre scrivevamo i nostri inventari del Quarto Passo. Lo abbiamo fatto nei bellissimi giardini di Ashirvad, nelle silenziose salette e nella incontaminata cappella. Abbiamo condiviso i nostri inventari in una profonda vulnerabilità e abbiamo ricevuto altrettanto con una ancor più profonda muta partecipazione.

L’ultimo giorno è stato caratterizzato da sorrisi raggianti e sentiti abbracci. Tutti i partecipanti hanno ricevuto un bellissimo portachiavi in legno come ricordo del fine settimana e una copia gratuita di ESSAY. Penso che tutti volessero rimanere, servire e crescere nella sobrietà, insieme. E nel giro di poche settimane i risultati sono stati evidenti:

  • Un incontro di Pubblica Informazione (PI) a Chennai ha seguito quella di Bangalore;
  • Sei nuove riunioni in presenza sono sorte come geyser in tutta l’India;
  • I contributi della Settima Tradizione hanno raggiunto livelli record;
  • Le chiamate per rese tra i membri si sono percepite meglio accolte e familiari;
  • Sono cominciati a spuntare promemoria giornalieri per Decimi Passi;
  • L’esperienza-forza-speranza è diventata più profonda, più umile e più riflessiva;
  • Sono piovute nuove proposte, iniziative e idee;
  • Grazie a una nuova proposta di stampa su richiesta, la letteratura di SA potrebbe presto essere disponibile localmente, il tutto nei tempi del Potere Superiore.

Si può dire che il workshop abbia rafforzato il “noi” nella sobrietà e nel recupero. Molti sembravano anche provare il sollievo di una fede più profonda in SA, nei 12 Passi, nella fratellanza e nel Potere Superiore.

Sì, questa malattia è cronica e debilitante, ma i doni del recupero superano abbondantemente gli apparenti “costi”. La speranza di poter un giorno moderare e godere della lussuria è morta per molti di noi. Ma la speranza che una vita senza lussuria, profondamente appagante sia possibile (e a portata di mano), si è rafforzata.

Tutto ciò che dobbiamo fare è rimanere umili, lavorare sui Passi con rigorosa onestà, partecipare alle riunioni, essere nella Fratellanza, dare gratuitamente ciò che ci è stato dato e mantenere le nostre case in ordine.

Neeramitra, Bangalore, India

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