Music As a Spiritual Experience

La Musica come Esperienza Spirituale

CONNETTERSI CON UN POTERE SUPERIORE

Due dei migliori strumenti nella mia “cassetta degli attrezzi spirituali” per connettermi con l’Intelligenza Divina (assieme a lavorare i Passi, partecipare alle riunioni, chiamare lo sponsor e fare servizio nella fratellanza SA) sono cantare e suonare (o ascoltare) musica.

La musica è la passione della mia vita ed è una parte importante del mio recupero.

Sono cresciuto nel Midwest americano in una famiglia di musicisti. Da piccolo e da adolescente, le mie più grandi gioie erano cantare nei cori delle chiese e suonare sul pianoforte a mezzacoda di mio padre. Lui era un ministro del culto e direttore del coro che suonava il piano e dava lezioni di canto. A mia madre invece piaceva suonare il piano e cantare con bambini piccoli. Mia sorella, la più grande di cinque figli, suonava la chitarra e aveva studiato l’arpa all’università. È lei quella che mi ha introdotto al suonare la chitarra quando avevo 16 anni, e ora ne sono passati più di 50.

SORPRESO DALLA GIOIA

Per l’impatto di crescere in una famiglia disfunzionale che comprendeva un padre sessodipendente e una madre codipendente, ho avuto molti problemi emotivi da giovane e ho sofferto di depressione, che alle volte ha portato a pensieri suicidi. Quello che mi faceva andare avanti era ascoltare la musica pop di quel tempo (era metà/fine anni Sessanta, per darvi un’idea), imparare come suonare molte di quelle canzoni sulla chitarra e divertirmi a cantarle. Anni dopo, dopo aver iniziato il mio cammino di recupero, sono giunto a credere che il mio Potere Superiore mi ha fatto sopravvivere attraverso le mie lotte dell’adolescenza con la forza e la gioia della musica, che hanno reso la mia vita degna di essere vissuta. E parlando di Gioia, la persona che più avanti divenne il mio sponsor una volta mi disse, dopo una riunione dove festeggiai un compleanno di sobrietà, “Congratulazioni per il tuo compleanno! Ma… dove è la tua gioia?”. Questa cosa mi riporta alla mente un passaggio nella letteratura che dice “Se i nuovi venuti non possono vedere gioia o divertimento nella nostra esistenza, loro non la vorranno. Dobbiamo assolutamente insistere sul godere la vita” (AA p. 132).

VIVERE NEL PROBLEMA

Dopo aver iniziato a suonare la chitarra negli anni delle scuole superiori, cominciai a scrivere poesie e canzoni poco più che ventenne. In quel periodo, divenni un membro attivo di una comunità internazionale di yoga. E come membro, dedicai molte ore a suonare e cantare canzoni di devozione e inneggiando al Divino. Come parte delle mie pratiche spirituali, rimasi celibe per quattro o cinque anni, e quella fu la mia prima esperienza di sobrietà sessuale, diversi anni prima di entrare nel recupero. Col tempo, dopo che uscii da quella comunità, mi sposai con la mia prima moglie ed avemmo un figlio. Dopo che quella relazione andò in pezzi, cominciai a suonare ad eventi pubblici (locali, feste ecc…). Purtroppo, in quel periodo, inseguivo relazioni tossiche con donne basate sulla lussuria e che terminavano dolorosamente. Una delle canzoni che scrissi in quei giorni è intitolata “La Bellezza è”. Quello che trovo più interessante della canzone è che parla di un sessodipendente che è “a caccia” e con la sua ossessione per il sesso e per se stesso è “diretto verso il vuoto”. Così, ancora prima che trovassi la mia strada verso le stanze di SA, sapevo di avere un Problema. Solo che non avevo una Soluzione. Non ancora.

SUONARE NEL SERVIZIO

All’inizio del mio recupero, mentre mi facevo strada lavorando i Passi, arrivai ai Passi Quattro e Cinque. Quando feci il mio primo Quinto Passo con lo sponsor di allora, mi aspettavo che riducesse la sua opinione su di me e mi dicesse che fossi una “persona cattiva”. Rimasi stordito quando mi suggerì di focalizzarmi sul suonare più musica e condividerla con altri, oltre a continuare a lavorare i Passi, ovviamente. Da allora, ho cominciato a cambiare il mio vecchio atteggiamento dal semplicemente cercare attenzione ed elogi suonando per altri, al suonare e cantare per altri come un atto di servizio, portando il messaggio di come vivere la vita con uno scopo più grande. E ho trovato una nuova strada per connettermi alle sensazioni ed esprimere gioia attraverso la musica. Dopo due anni di recupero in SA, ho trovato una nuova comunità spirituale a cui connettermi ed esserne parte. Era un gruppo grande, vivace, che faceva servizio nelle chiese e con un grandioso coro, a cui mi unii e nel quale mi piaceva cantare. Quello che allora non sapevo era che la mia futura moglie era anche lei membro del coro! Il mio Potere Superiore mi diede una grande benedizione al momento giusto. Alla fine, cominciai ad esibirmi come solista nelle liturgie e divenni anche un membro della band. Quella era la mia prima band in cui mi esibii e per me le Promesse cominciarono a realizzarsi.

VIVERE NELLA SOLUZIONE

La mia sobrietà e recupero hanno avuto un forte impatto sul focus della mia composizione e contenuto. Due esempi di questo impatto sono le mie canzoni “Filo d’Amore” e “Nuovo Giorno”. La prima, “Filo d’Amore” è sul vivere nella Soluzione, che è tutto nel cercare la mia connessione con quell’Amore Divino di cui ho scritto sopra. La seconda, “Nuovo Giorno”, è la mia canzone di Gioia sul godermi la vita, un giorno alla volta. Questa melodia è venuta fuori durante una jam session con mio nipote, James. E, alla fine, nello spirito di servizio e durante il mio recupero, scrissi una canzone di compleanno intitolata “Happy Sober Day to You”. Ho suonato questa musica alla fine delle riunioni ogni volta che un compagno aveva un compleanno di sobrietà. Oggi è sempre un buon giorno per essere vivi e sobri! Grazie, Potere Superiore, per mantenermi sobrio dal 28 dicembre 1998, e di essere utile con la mia musica.

Potete trovare le canzoni di Marshal e i loro testi sul sito di ESSAY essay.sa.org sotto “Get Involved” e “Recovery Songs”

Marshal M., California, USA

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